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Arcivescovo L'Aquila,Sindaco L'Aquila,Segr.MiBACT Abruzzo,Soprint. L'Aquila: Chiediamo l'avvio dei lavori di ricostruzione della Cattedrale aquilana

Arcivescovo L'Aquila,Sindaco L'Aquila,Segr.MiBACT Abruzzo,Soprint. L'Aquila: Chiediamo l'avvio dei lavori di ricostruzione della Cattedrale aquilana

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Questa petizione è stata creata da Archeoclub L. e potrebbe non rappresentare il punto di vista della comunità di Avaaz.
Archeoclub L.
ha lanciato questa petizione diretta a:
Arcivescovo L'Aquila,Sindaco L'Aquila,Segr.MiBACT Abruzzo,Soprint. L'Aquila
« L'attuale
stato della chiesa è veramente deplorevole, infinitamente deplorevole. [...] Vi
son ragioni d'arte che consigliano di prendere a cuore le sorti della chiesa,
che ormai sta ogni giorno più decadendo, ogni giorno più sgretolandosi,
sfarinandosi, sicché i pavimenti saltano ovunque si ponga il piede, per le
mattonelle spezzate e sguazzanti negli antichi lor siti, e le pareti, ricche di
stucchi, vanno a pezzi e disseminano il terreno di frammenti di manucce
d'angioli, di briciole di emblemi di santi e di profeti...
»

Con queste parole, nel 1932, Mario Chini
descriveva in un appello pubblico lo stato di abbandono e degrado della bella
chiesa barocca di San Filippo Neri, oggi elegante teatro cittadino. E queste
stesse parole ben si adatterebbero a descrivere l'inaccettabile stato in cui
versa attualmente la Cattedrale aquilana dei Santi Massimo e Giorgio.

Come tutti ben sanno, la Cattedrale,
crollata parzialmente a seguito del terremoto del 2009, versa in condizioni di
grave degrado. Come dimostrano testimonianze fotografiche relativamente
recenti, pubblicate da periodici locali che hanno più volte affrontato il
problema, tutta la zona del transetto e del presbiterio, ossia quella dove si
celebra, è tutt'oggi "scoperchiata" e ricoperta di erbacce e arbusti
che danneggiano ulteriormente la pavimentazione già parzialmente lesionata dal
crollo; le porzioni danneggiate di muratura e gli apparati decorativi, diversi
dei quali ancora recuperabili o riproponibili, continuano a sfaldarsi a causa
dell'esposizione diretta agli agenti atmosferici. Da oltre sette anni, infatti,
il Duomo aquilano è privo di una qualsiasi forma di copertura provvisoria che
ne protegga la parte interessata dal crollo, e i lavori di ricostruzione tardano
a partire, per problematiche di natura burocratica, come si evince da fonti
giornalistiche.

Un tale stato di cose sarebbe
inaccettabile per qualunque edificio che rappresenti una testimonianza di
identità comunitaria, oltre che di arte e ingegno architettonico. Un tale stato
di cose è tanto più inaccettabile per una Cattedrale, edificio che unitamente
al suo valore storico‐artistico si arricchisce di valenze sacre e simboliche
per la comunità. Dovunque, il Duomo è la madre di tutte le chiese della città e
della Diocesi, la casa della comunità cittadina che, al di là delle personali
convinzioni religiose di ognuno, identifica la Cattedrale come uno dei
principali punti di riferimento del proprio spazio urbano e ne apprezza le
testimonianze storico‐artistiche che essa contiene.

Molti cittadini, credenti o non
credenti, amanti dell'arte oppure no, o semplicemente legati alla propria città
e orgogliosi di essa e di qualunque sua testimonianza storica, materiale e
immateriale, non possono che sentire questa casa comune abbandonata come fosse
la propria casa in abbandono, e non possono che indignarsi di fronte a tale
stato di cose.


La Cattedrale dei Santi Massimo e
Giorgio affonda le radici nel periodo contestuale alla fondazione
"sveva" di Aquila quando, nel 1257, una bolla di papa Alessandro IV
disponeva il trasferimento della sede vescovile di Forcona dentro le mura della
città, e con essa anche di Berardo da Padula, ultimo vescovo di Forcona e primo
vescovo di Aquila. Per questo motivo la presenza architettonica della
Cattedrale, oltre ad avere un "peso" materiale nel profilo urbano
della città, è anche simbolo di continuità con la storia più antica del
territorio aquilano. Dal punto di vista costruttivo, poi, essa racchiude in sé
un'importante varietà di linguaggi architettonici ognuno però integrato con
l'altro, una varietà che abbraccia un arco di oltre settecento anni, dal XIII
secolo al XX secolo.




Per questo la Cattedrale dei Santi
Massimo e Giorgio va assolutamente salvata avviando con urgenza lavori improrogabili.



Noi cittadini, anche tramite le nostre
associazioni, chiediamo pertanto l'avvio, ormai non ulteriormente rinviabile,
dei lavori di ricostruzione e consolidamento della Cattedrale dei Santi Massimo
e Giorgio. Chiediamo che si giunga ad una soluzione concreta della problematica
sopra esposta, e che si conducano tutte le azioni possibili e necessarie
affinché vengano ridotti il più possibile i tempi necessari per il concreto
avvio del cantiere.


Riteniamo che nessuna motivazione di
natura burocratica possa giustificare lo stato di abbandono in cui versa la
nostra Cattedrale. Senza entrare nel merito di questioni procedurali non di nostra
competenza, riteniamo inaccettabile che per ragioni di natura burocratica si
rischi di mandare al macero un edificio che racchiude in sé oltre sette secoli
di storia.

(Fonte immagine&colon AbruzzoWeb)

La petizione è già stata sottoscritta, come prime firmatarie, dalle seguenti associazioni civiche&colon
Archeoclub d’Italia – Sede L’Aquila
Associazione “Panta Rei”
FAI Fondo Ambiente Italiano – Delegazione di L’Aquila Gruppo Aquilano di Azione Civica “Jemo ’nnanzi”
Italia Nostra – Sezione L’Aquila
Legambiente Abruzzo Beni Culturali
Pro Natura L’Aquila
Pubblicata (Aggiornata )