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Ministro dei Trasporti, Assessori regionali ai Trasporti: Salvare l'integrità della Rete ferroviaria

Ministro dei Trasporti, Assessori regionali ai Trasporti: Salvare l'integrità della Rete ferroviaria

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Questa petizione è stata creata da Roberto B. e potrebbe non rappresentare il punto di vista della comunità di Avaaz.
Roberto B.
ha lanciato questa petizione diretta a:
Ministro dei Trasporti, Assessori regionali ai Trasporti
Se, nel passato, si è creduto nel trasporto ferroviario, aiutati anche dal fatto che si trattava del sistema più all’avanguardia per l’epoca, l’avvento della motorizzazione individuale, aiutato da un clima di moralità non proprio cristallina ha portato, in Italia, all’affossamento delle ferrovie ed alla forte contrazione del trasporto merci, con soppressione quasi totale di quello diffuso ed a piccole partite. Paradossalmente, nemmeno la saturazione del sistema stradale ha fatto invertire questa tendenza nel nostro Paese, mentre all’estero, le ferrovie, che, peraltro, non hanno mai conosciuto il nostrano declino, sembrano godere di un rinnovato splendore, tanto da rivitalizzare linee credute, erroneamente, secondarie. Da noi, invece, eccettuato il sistema ad alta velocità, necessario, ma in essere per pure motivazioni di facciata ed alcuni servizi merci a treno completo, la situazione non è affatto rosea. Innanzi tutto, per fare un paragone con il nostro corpo, puntare solo su poche linee principali, alta velocità compresa, equivale alla pretesa di portare ossigeno e nutrimento ad un intero organismo contando solo sulle grosse arterie ed eliminare i metaboliti solo attraverso le grosse vene, affidando tutto il resto alla diffusione passiva: anche una persona non esperta di materia biologica o medica si avvede della materiale impossibilità di un siffatto processo; infatti, esistono i piccoli vasi ed i rami terminali, fino ai capillari per assicurare un adeguato servizio d’irrorazione sanguigna in tutto il corpo. Altro vantaggio che la Natura ha dato al nostro apparato circolatorio sono i circoli collaterali, ovvero delle vie attraverso le quali il sangue può scorrere in caso di ostruzione del percorso principale abituale o per far fronte ad aumentate esigenze metaboliche: un esempio è costituito dal sistema delle arterie coronarie di alcuni soggetti: coloro i quali sono provvidenzialmente forniti di rami collaterali sono nelle condizioni di evitare fenomeni ischemici potenzialmente fatali. Fuor di metafora, trasponendo il discorso all’ambito ferroviario, è facile comprendere che le linee considerate secondarie, in realtà sono i rami terminali necessari ad assicurare il servizio a quelle aree geografiche i cui abitanti, in caso contrario, sarebbero costretti a sobbarcarsi lunghi tragitti in autovettura od in autobus, mentre i percorsi alternativi, oltre ad essere l’unica via possibile in caso d’impedimento sul percorso principale abituale, rappresentano una via più breve per collegare località che, limitandosi ad usare il più possibile la cosiddetta rete principale, sarebbero connesse da un percorso di lunghezza maggiore, con tempi, spesso, non compensati dalle migliori potenzialità delle linee. Compito di chi programma i trasporti, ovviamente, prevedere l’istituzione di tali collegamenti, senza relegare queste linee al puro traffico regionale o suburbano. Il confronto con le altre Nazioni Europee, purtroppo, ci vede perdenti: il quotidiano La Stampa, nel numero di martedì 16 giugno 2009 pubblica la notizia relativa alla caduta dell’ultimo diaframma nella nuova galleria di base del Gottardo, situata in quella Confederazione Elvetica che, già da tempo, ha imposto stringenti limiti al traffico su gomma, specie in attraversamento, contingentando quest’ultimo con massimali via via decrescenti nel corso degli anni, quando, per converso, in Italia, in una quindicina d’anni ovunque si sono, colpevolmente, tagliati binari ed abbandonati scali merci, per non parlare del servizio postale, un tempo effettuato con veicoli all’uopo destinati, spesso componenti treni dedicati. Lo stesso citato quotidiano, nel medesimo numero di cui sopra, riferisce il malcontento dei viaggiatori derivante dalla sospensione del servizio ferroviario su molte linee, specie in Piemonte, servizio che viene effettuato con autobus sostitutivi in ritardo quando addirittura soppressi e di capienza certamente inferiore a quelli dei treni. Si osservi che l’autoservizio sostitutivo è dato in appalto, parola che, almeno in Italia, ha un sinistro significato. Considerata l’alta frequentazione delle zone attraversate da parte di turisti anche stranieri, un servizio ferroviario troverebbe piena giustificazione, ma, con operazioni cui, purtroppo, nel nostro Paese, siamo da tempo avvezzi, si programmano gli orari in maniera tale da avere tempi di percorrenza biblici anche su tratte di lunghezza minima, sicché i servizi, a ragion veduta, disertati dall’utenza, vengono affievoliti o definitivamente soppressi, creando, viziosamente, i presupposti per la chiusura definitiva delle linee.
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