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Roberto Fico, presidente Commissione Vigilanza RAI: NO A FEMMINICIDI, SERIAL KILLER E A INTERVISTE ASSASSINI IN RAI
Pier L.
ha lanciato questa petizione diretta a:
Roberto Fico, presidente Commissione Vigilanza RAI
Non riesco a capire quale messaggio voglia trasmettere la televisione italiana, soprattutto la Rai, con le trasmissioni dedicate a truci fatti di cronaca nera, in particolare femminicidi. Nel ''Un posto al sole'', la fiction di Rai3, i serial killer sono addirittura due. Le vittime sono donne, indipendenti, che amano la vita, frequentano i locali la sera da sole. ''Bad girl''. Mi sembra che queste situazioni ipotizzino il ''se la sono cercata'', che qualche politico di destra aveva detto per giustificare gli stupri. E', a mio giudizio, una visione moralistica distorta. C' è davvero il rischio che qualcuno voglia imitare. Un' ulteriore considerazione: non si può e non si deve chiamare AMORE quello che è solo CRIMINALE.E via il titolo "amore criminale". Semmai, è "delirio di possesso".
Ma quello che preoccupa è soprattutto l’autorevolezza morale della fonte,la Rai, che arriva a milioni di fruitori.
E' vero che le situazioni criminali sono attribuite a follia, ma ci sono immagini e dialoghi che favoriscono l' interpretazione di tale follia come innescati da qualche comportamento della vittima. Troviamo purtroppo anche parole e immagini che riportano a stereotipi culturali che giustificano, o sembra giustifichino, tali azioni.
Non basta dare consigli di ''dress code''( no tubino nero, tacchi 12, braccia nude, niente scollature, gessati, abiti blu) per i conduttori, conduttrici di programmi e Tg, ma si deve pensare, se si ha cervello, ai contenuti.
Ma quello che preoccupa è soprattutto l’autorevolezza morale della fonte,la Rai, che arriva a milioni di fruitori.
E' vero che le situazioni criminali sono attribuite a follia, ma ci sono immagini e dialoghi che favoriscono l' interpretazione di tale follia come innescati da qualche comportamento della vittima. Troviamo purtroppo anche parole e immagini che riportano a stereotipi culturali che giustificano, o sembra giustifichino, tali azioni.
Non basta dare consigli di ''dress code''( no tubino nero, tacchi 12, braccia nude, niente scollature, gessati, abiti blu) per i conduttori, conduttrici di programmi e Tg, ma si deve pensare, se si ha cervello, ai contenuti.
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