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Artigianato e piccola imprenditoria possono rialzarsi dal covid-19, se tutelati
Giulia L.
ha lanciato questa petizione diretta a:
Amministrazioni comunali del Polesine, provincia e regione.
"Governo Italiano
Ti vedo come un vestito formale indossato da una bella Donna baciata dal Sole e custode della Cultura del Mondo.
Un vestito indossato per essere alla pari degli altri amici governi, ma che allo stesso tempo stringe, comprime e fa sudare.
L'Italia me la immagino con un bel vestito sgargiante e il suo stivale col tacco. Me la immagino ballare un ballo popolare, non incravattata al tavolo dei governi del mondo!"
Il popolo è portato a subire quotidianamente le decisioni dettate da indici finanziari, a lavorare senza sentirsi proprietari né della propria attività né del proprio futuro.
Abbiamo sopportato fino ad ora, supportando economicamente un sistema in cui non si crede più, consapevoli che la chiave di svolta sarebbe arrivata.
Eccola, sotto forma di Virus senza frontiere, che uccide, senza la Sacralità di un rito di passaggio, senza una carezza..
Ingiusto è dare per scontato che i costi derivanti dalle attività interessate dal dal Dpcm 9 marzo 2020 per l'emergenza in atto siano da imputare ai titolari.
E' assolutamente inopportuno che la soluzione proposta agli imprenditori siano finanziamenti a tasso agevolato...
Deve essere istituito un soggetto terzo, capace di agire nel locale e fungere da cuscinetto per preservare i contratti in essere, garantendo la sussistenza delle piccole attività.
Riteniamo che la modalità più opportuna per risolvere questa situazione sia affidare alle amministrazioni locali l'onere e l'onore di occuparsi della sussistenza delle nostre attività commerciali.
«L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.»
Capostipite della nostra costituzione. l'articolo UNO ci protegge.
Firmando questa petizione individuiamo, come attore responsAbile di tutela, l'amministrazione comunale in cui la sede legale o la sede operativa è ubicata.
Sarà quindi il primo cittadino o chi da lui delegato a fare in modo che le nostre richieste vengano raccolte, formalizzate e girate agli organi competenti.
Abbiamo bisogno di essere ascoltati.
Esiste un precedente storico in cui l'amministrazione locale si è rivelata un buon mediatore per risolvere una situazione di ingiustizia sociale:
Avvenuta nel territorio polesano il 16 luglio del 1942, a Taglio di Po, l'insurrezione delle Donne tagliolesi è documentata nel libro "Raccontando di Taglio di Po" di Marangoni cav. Ermete (1989).
Le affermazioni sopra citate vengono riportate alla luce dei Dpcm ad oggi in vigore (5 aprile 2020) con particolare attenzione al decreto "Cura Italia" pubblicato in gazzetta ufficiale il 17 Marzo 2020.
Ti vedo come un vestito formale indossato da una bella Donna baciata dal Sole e custode della Cultura del Mondo.
Un vestito indossato per essere alla pari degli altri amici governi, ma che allo stesso tempo stringe, comprime e fa sudare.
L'Italia me la immagino con un bel vestito sgargiante e il suo stivale col tacco. Me la immagino ballare un ballo popolare, non incravattata al tavolo dei governi del mondo!"
Il popolo è portato a subire quotidianamente le decisioni dettate da indici finanziari, a lavorare senza sentirsi proprietari né della propria attività né del proprio futuro.
Abbiamo sopportato fino ad ora, supportando economicamente un sistema in cui non si crede più, consapevoli che la chiave di svolta sarebbe arrivata.
Eccola, sotto forma di Virus senza frontiere, che uccide, senza la Sacralità di un rito di passaggio, senza una carezza..
Ingiusto è dare per scontato che i costi derivanti dalle attività interessate dal dal Dpcm 9 marzo 2020 per l'emergenza in atto siano da imputare ai titolari.
E' assolutamente inopportuno che la soluzione proposta agli imprenditori siano finanziamenti a tasso agevolato...
Deve essere istituito un soggetto terzo, capace di agire nel locale e fungere da cuscinetto per preservare i contratti in essere, garantendo la sussistenza delle piccole attività.
Riteniamo che la modalità più opportuna per risolvere questa situazione sia affidare alle amministrazioni locali l'onere e l'onore di occuparsi della sussistenza delle nostre attività commerciali.
«L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.»
Capostipite della nostra costituzione. l'articolo UNO ci protegge.
Firmando questa petizione individuiamo, come attore responsAbile di tutela, l'amministrazione comunale in cui la sede legale o la sede operativa è ubicata.
Sarà quindi il primo cittadino o chi da lui delegato a fare in modo che le nostre richieste vengano raccolte, formalizzate e girate agli organi competenti.
Abbiamo bisogno di essere ascoltati.
Esiste un precedente storico in cui l'amministrazione locale si è rivelata un buon mediatore per risolvere una situazione di ingiustizia sociale:
Avvenuta nel territorio polesano il 16 luglio del 1942, a Taglio di Po, l'insurrezione delle Donne tagliolesi è documentata nel libro "Raccontando di Taglio di Po" di Marangoni cav. Ermete (1989).
Le affermazioni sopra citate vengono riportate alla luce dei Dpcm ad oggi in vigore (5 aprile 2020) con particolare attenzione al decreto "Cura Italia" pubblicato in gazzetta ufficiale il 17 Marzo 2020.
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