SALVIAMO LA VITA di IBRAHIM GÖKÇEK e degli altri artisti del GRUP YORUM

I sottoscritti cittadini italiani
intendono rivolgere un pressante appello
al Governo perché intervenga a salvare la vita di IBRAHIM GÖKÇEK , componente del GRUP YORUM , uno dei complessi
musicali più famosi della Turchia. Ibrahim si trova isolato in casa a Istanbul,
dove sta attuando da 316 giorni lo sciopero della fame, in difesa della libertà
di espressione completamente negata al suo gruppo musicale e a tutti i
cittadini del suo paese.

In questo momento Ibrahim è
ormai ridotto allo stremo, mentre altri componenti del gruppo sono morti per lo
stesso motivo: la sua giovane compagna HELIN BÖLEK  è morta lo scorso 3 aprile dopo 288 giorni di
sciopero della fame, mentre per le stesse ragioni pochi giorni fa è morto MUSTAFA
KOÇAK dopo 297 giorni di digiuno. Altri quattro componenti il GRUP YORUM sono in sciopero della fame
illimitato.

In molti conoscono tutte le
vessazioni cui sono stati sottoposti dal regime di Erdogan i componenti del
gruppo, responsabile di non aver mai taciuto nella propria attività tutti i
crimini commessi dal regime  e l’assoluta
mancanza di una autentica libertà espressiva; sono stati accusati di terrorismo
e incarcerati soltanto per aver cantato nei loro brani la libertà, la
solidarietà, la ribellione all’ingiustizia. Con l’aggravante, per il regime, di
averlo fatto nelle quattro lingue parlate in Turchia, in turco, in arabo, in
circasso e in curdo.

Dal 2015 al Grup Yorum è stato
vietato dal regime fascista di dare concerti, di diffondere i dischi coi loro
canti di libertà e fratellanza prodotti in 25 anni di attività, di esprimersi
in alcun modo; la loro sede è stata più volte invasa dalla polizia, i loro
strumenti ripetutamente distrutti.

Lo sciopero della fame
illimitato dei componenti il GRUP YORUM può essere interrotto in qualunque
momento: è sufficiente che il
governo revochi i divieti di libera espressione artistica del gruppo e cancelli
i nomi degli artisti del Grup Yorum, inseriti in base a prove false e
testimonianze estorte con la tortura, dalla lista dei terroristi.

L’Europa non può, in nome del
mercato e degli affari, avere rapporti di collaborazione e amicizia col sultano
Erdogan.

Rivolgiamo pertanto un
accorato appello alle vostre coscienze per -ché si intervenga in ogni modo col
governo turco allo scopo di fermare un altro tragico esito. Non è tempo di
perdere tempo.