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Petizione contro le misure individuate dal documento Tecnico dell'Inail

Petizione contro le misure individuate dal documento Tecnico dell'Inail

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Questa petizione è stata creata da Vittoria R. e potrebbe non rappresentare il punto di vista della comunità di Avaaz.
Vittoria R.
ha lanciato questa petizione diretta a:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo
Ieri i responsabili dell’Inail hanno pubblicato il “Documento tecnico sull’analisi di rischio e le misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nelle attività ricreative” che tra le altre cose prevede, testualmente:

Nella ridefinizione degli spazi, bisogna rispettare le seguenti distanze:
  1. La distanza minima tra le file degli ombrelloni pari a 5 metri.
  2. La distanza minima tra gli ombrelloni della stessa fila pari a 4,5 metri.
  3. Le attrezzature complementari assegnate in dotazione all’ombrellone (ad es. lettino, sdraio, sedia) dovranno essere fornite in quantità limitata al ne di garantire un distanziamento rispetto alle attrezzature dell’ombrellone contiguo di almeno 2 metri.
  4. Le distanze interpersonali possono essere derogate per i soli membri del medesimo nucleo familiare o co-abitante.
  5. Tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sdraie, etc.) ove non allocate nel posto ombrellone, dovrà essere garantita la distanza minima di 2 metri l’una dall’altra“.
  6. Le distanze indicate nel documento dell’Inail non sono applicabili alla Liguria, non tengono conto della realtà, sono troppo ampie.

Il documento rilasciato dall’Inail è assolutamente irricevibile poiché condannerebbe all’estinzione le imprese balneari della Liguria, e produrrebbe un danno economico incalcolabile per tutto il comparto turistico, per l’indotto e una emorragia di posti di lavoro estremamente preoccupante.

Con queste indicazioni si perderebbero oltre il 75% degli ombrelloni, potendone piazzare solo 1 su 4.

Questo, unito al ritiro dal Dpcm della proroga per 15 anni delle concessioni demaniali, significa certificare che non esiste alcuna certezza sulla continuità del lavoro delle imprese, e cioè condannare a non poter andar avanti.

Non si capisce neanche perché si parli di distanze minime di sicurezza di almeno un metro nella vita di tutti i giorni e invece sulla spiaggia, al sole e all’aperto, si debbano mantenere distanze di almeno 5 metri.

Noi come Associazione Italia Balneari combiattiamo per la nostra categoria.
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