Per dire basta allo sfruttamento intensivo dei fiumiWhy we should say enough to the intensive exploitation of the rivers
Un atto d’orgoglio in difesa di importanti beni comuni come sono i fiumi ed i torrenti.
Perché salvaguardare gli usi civici significa difendere i diritti delle popolazioni, da chi, per soli interessi speculativi, è disposto a cancellare secoli di storia. L’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato. I beni comuni sono l’humus del legame sociale fra le persone e non merci per la speculazione finanziaria. Guardiamo bene i nostri torrenti e fiumi finché siamo in tempo. Prima che le loro acque, nei pochi tratti ancora liberi da ogni sfruttamento, vengano imprigionate e incanalate, modificando irreparabilmente l’ecosistema che li circonda. Interroghiamoci sul nome di alberi, arbusti, erbe e fiori che amano l’acqua e popolano sponde e rive. Chiediamoci quale animale ha lasciato le impronte nel fango, rimaniamo discosti dalla riva quel tanto per osservare il guizzare delle trote, entriamo nell’alveo e solleviamo un masso per vedere le comunità di macroinvertebrati che vi abitano. Facciamo tutto questo, prima che tutto scompaia, prima che l’acqua dei nostri fiumi venga incanalata dentro delle tubazioni, modificando irreparabilmente l’ecosistema e privando i cittadini di un proprio bene. L’ambiente naturale, o quel poco che ne resta, ha valore in quanto sede di biodiversità, di modelli di riferimento del dinamismo dei sistemi biologici. Ha valore perché esprime qualcosa di differente da ciò che è improntato dall’uomo. E’ necessario smettere di considerarlo solo come luogo di investimenti economici e di profitti. E’ necessario un impegno capillare affinché non si venga privati degli ultimi brandelli di naturalità, svenduti per gli interessi di pochi.
Why is it important
An act of pride in defense of important common goods such as the rivers and streams.
Why maintain the civic uses means to defend the rights of the people, by whom, for only speculative interests, is willing to erase centuries of history. Water is not a commodity but a common good that belongs to all living beings and at no one exclusively, and the less can be entrusted to manage the market. The commons are the bedrock of the social bond between people and not goods to financial speculation. Look well our streams and rivers until we have time. Before that their waters, in just a few strokes still free from exploitation, they are caught, trapped and channeled irreparably, changing the ecosystem that surrounds them. We question ourselves on the names of trees, shrubs, herbs and flowers that love water and inhabit the banks and shores. Let us ask ourselves what kind of animal has left footprints in the mud; we deviate from the shore just enough to see the darting trout; we enter to the river bed and we raise a stone to see under the macro invertebrate communities who live there. We do all this before it disappears all, before the waters of the river are channeled in the pipes, irrevocably changing the ecosystem and forever depriving citizens of their right. The natural environment, or what little remains of it, has value as a place of biodiversity, reference models of the dynamics of biological systems. It has value because it expresses something different from what has marked man. It 'must stop to consider the natural environment only as a place of economic investment and profits. It 'requires a commitment capillary in order not to be deprived of our last shreds of naturalness, sold out for the interests of a few.