Aggiorna le tue impostazioni dei cookie per utilizzare questa funzione.
Clicca "Consenti tutti" o attiva solo i "Cookie per pubblicità mirata"
Continuando, dichiari di accettare l' Informativa sulla Privacy di Avaaz, che spiega come possono essere usati e come sono protetti i tuoi dati.
Ho capito
Utilizziamo i cookies per analizzare come viene usato il sito e come supporto per fornire ai visitatori la miglior esperienza possibile. Trovi qui la nostra Informativa sui Cookie .
OK
“EQUIPAGGIARE LE CITTÀ”: PARTECIPAZIONE CONSAPEVOLE!

“EQUIPAGGIARE LE CITTÀ”: PARTECIPAZIONE CONSAPEVOLE!

1 persone hanno firmato. Arriviamo a
50 Sostenitori

Chiudi

Completa la tua firma

,
Avaaz.org protegge la tua privacy e ti tiene informato su questa e altre campagne simili.
Questa petizione è stata creata da borghi C. e potrebbe non rappresentare il punto di vista della comunità di Avaaz.
borghi C.
ha lanciato questa petizione diretta a:
Sindaci dei Continenti
noiPersone  impegnate di giorno in giorno ad esprimere «lavoro» nel «fare famiglia», «fare impresa» e «fare cittadinanza», rivolgiamo la presente petizione ai Sindaci:  ai primi cittadini chiediamo vengano soddisfatte tutte le condizioni di «partecipazione consapevole», necessarie e sufficienti ad «equipaggiare le città» .  

1. Occorre «rifornirsi, prendere con sé quanto è necessario per affrontare un’impresa» e serve riconsiderare la centralità del «lavoro» (in luogo dei mezzi finanziari) , allo scopo di tornare a praticare il protostorico «GOVERNO AUTONOMO CITTADINO», di un proprio «Comune» (piattaforma-del-vivere) sapientemente collocato in contesti locali, nazionali e continentali, pressoché globalizzati.

2.D’improvviso erompe la pandemia da Coronavirus e tutte le criticità, nuove e precedenti, sfuggono al controllo dei Governi. La stessa emergenza sanitaria provoca un effetto domino che alimenta le più temibili «incertezze»: dalle difficoltà di Persone e Famiglie, di accesso a beni e servizi e cura della salute, ai fatturati di Imprese compromessi per la disarticolazione della complessa rete produttiva. Saltano le entrate fiscali e tributarie, i rating e tutti i parametri correlati ai PIL degli Stati. Deflagrano i debiti contratti dal Tesoro ed Enti pubblici, dalle Imprese, dalle Famiglie. Si manifestano ulteriori debolezze strutturali, sommandosi alle persistenti problematicità di ciascuna Pubblica Amministrazione. 

3.D’inatteso si esauriscono i fattori a denominatore della «produttività» . Tormenta il sopravvenuto disagio delle Famiglie, ora diffuso in quelle dei paesi ricchi e sviluppati o in piena industrializzazione, similmente a quello cronico delle nazioni povere, prive di risorse ed improduttive, oppure in dissesto postindustriale. Annichilisce il timore ed il bisogno di coloro a cui viene impedito o sottratto il reddito da «lavoro», e di chi fatica a tutelare la propria equazione «dare-avere-lavoro». Disorienta la precarietà delle persone che percepiscono redditi senza ricambiare «lavoro produttivo», le quali, al pari delle oligarchie collocate nell’olimpo dei privilegi, restano assoggettate alla «ricchezza» generata dalla collettività.

4.D’immediato si andranno a modificare le piattaforme-del-vivere e l’ambiente sociale, manifestandosi  il rischio di rendere "ostili" troppi contesti urbani. Cambiano le circostanze economiche ed occupazionali, quelle finanziarie e di propensione al consumo. Le conseguenti micro_crisi_locali e le macro soprannazionali sollecitano la «consapevolezza» di Famiglie ed Imprese, cosicché serve perseguire un ben superiore grado di «produttività identitaria»: casa-cibo-salute a numeratore, ricavabile dal denominatore costituito da presidi e da filiere attive non solo nel proprio «Comune». In forma repentina si estende il bisogno di ricorrere alle «pratiche partecipative» , con cui accrescere le prestazioni di Luoghi_di_Vita, già concepiti come «risultato di un’associazione volontaria, temporanea e confermata da giuramento, fra cittadini o gruppi di essi».

5.Mai come in questo momento storico, a seguito delle criticità alimentate dal Covid-19, l’umanità riscontra di trovarsi interconnessa a livello globale. Le Comunità già scoprono di condividere le medesime prove ed esperienze, a fronte di vecchie e nuove fragilità; e finanche apprezzeranno il sentirsi confederate sopra un Pianeta Terra parcellizzato in «Città» universalizzate, di continente in continente ( Federazione Mondiale Città Unite, FMCU; Associazione Mondiale delle Città e Governi Locali Uniti, CGLU; Comitato Italiano Città Unite, CICU. ).  

6.Le attese di «progresso», sin dalla «protostoria» e di generazione in generazione, si esplicitano tramite lo strumento razionale (dati, analisi, soluzioni), oggi applicato a processi e filiere confluenti sui presidi istituzionali (identitari e di tutela) e sulle condivisioni di mercato “terminalizzate” dalla grande, media e piccola distribuzione. Il «prodotto» funzionale al vivere_benessere, ossia i beni e servizi rivolti alle Famiglie sono risultato del «lavoro» organizzato dalle Imprese, e non dell’ingannevole accesso alla sola liquidità finanziaria. Tutto si realizza in «stratificazioni su luoghi» di città-matrice, sempre al fine di partecipare e di massimizzare i benefici ricavabili dall’«applicazione delle facoltà fisiche e intellettuali», praticate in forma individuale e collettiva. Nondimeno si dovrebbe valutare la tesi che - a differenza di qualsiasi altro dramma patito dalle collettività come terremoti e alluvioni, guerre ed incendi, pestilenze e carestie - adesso prevale la condizione di assoluta «incertezza» sulle scelte da praticare, le produzioni da convertire, i consumi da preferire, le collaborazioni da animare, gli investimenti da promuovere ed i «comportamenti» da condividere (rif. altre petizioni su  “patti di comunità”, 22 marzo 2020 e “occasioni di progresso”, 11 marzo 2020).  

7.Il  «Comune» è definito «ente locale autonomo comprendente un centro abitato e il territorio circostante», mentre l’ «ambiente» riguarda, anzitutto, il «complesso di condizioni sociali, culturali e morali nel quale una persona si trova e sviluppa la propria personalità». Di conseguenza, nei Luoghi_di_Vita ciascun individuo si trova a progettare la propria piattaforma-del-vivere, «anche insieme delle persone da cui si è abitualmente circondati». Dunque serve ricorrere ad un evoluto «Protocollo di Ciclo Partecipativo» affidato alla «cultura del noi», giacché senza di esso, mancando una rinnovata "creazione" di ricchezza in termini di «prodotto», il malessere andrà a produrre ulteriore «caos comportamentale» e ad accrescere ingovernabili migrazioni e conflitti geopolitici: troppe Famiglie, di contesto in contesto, di nazione in nazione, di continente in continente, sono alla spasmodica ricerca di un’effettiva «uguaglianza delle condizioni». Anche per tale ragione il format è concepito come occasione di DIBATTITO ed andrà implementato per provvedere all’impellente bisogno di rimediare ai deficit strutturali, dovendo soddisfare la «speranza di una vita migliore». Lo scopo si raggiunge facendo ricorso a «nove fasi cicliche di condivisione, rivolte alla cura incrementale, progressiva-elicoidale, di ciascun corpo_sociale», fino a permettere di investire in più «Città» e «Comuni» e di concepire nuove integrazioni e finanche gemellaggi con le aree_interne.  

8.L’ homo sapiens ha reso perseguibili tante sue sfide avendo cura, però, di non trascurare che ciascuna performance presuppone il ricorso ad una puntuale «conoscenza dinamica» del rapporto tra numeratori e denominatori di «produttività». Nel contempo maggiori «competenze» soddisfano l’esigenza di superiori beni e servizi tramite procedimenti di problem solving. Ne consegue, ora più che mai, l’impellente esigenza di ridisegnare la governance pubblica, dovendo determinare le politiche in ragione delle attese, partecipate ed esplicitate da Famiglie ed Imprese.

9.La Politica è «scienza ed arte del dimensionare», prima ancora del governare, ed allora il suo ruolo dovrebbe essere esplicitato su base tridimensionale: per un lato qualificato dallo scopo primario di sostenere la Cittadinanza nello sviluppare la produttività dei luoghi; per l’altro lato  razionalizzato da un potere_legislativo affidato alle migliori competenze in materia di arti & professioni esercitate sul territorio, e per l’altro ancora  entusiasmato da un potere_esecutivo riservato a team altamente professionalizzati nella «produttività», sia dei pochi presidi, sia delle tante filiere di prodotto. Non a caso gli stessi PATTI DI COMUNITA' (rif. sopra citata "altra petizione" del 22 marzo 2020) identificano la fase più significativa di un percorso collaborativo funzionale alla «produttività»: obiettivo da raggiungere attraverso un «lavoro» anzitutto proteso a monitorare città-matrice (diagnostica e ricerca applicata), analizzate e documentate grazie ad inediti «laboratori partecipativi» a cui affidare cure complesse (terapie), esplicitate al fine di giungere ad un’efficace «Distribuzione Integrata di Comunità» (DIC).

10. noiPersone di qualsivoglia «Città», rivolgiamo al primo cittadino  questa petizione, universalizzata con speciale riguardo a quanti si impegnano a riprogettarne di nuove e più confortevoli. Per il tramite di una simile istanza, ciascuna Persona sollecita le performance del pensiero  borghiCondominium, ovvero di una  civiltà fondata sul «lavoro» (logico e fisico) praticato in condizioni di libertà e democrazia riservate a Comunità micro-macro dimensionali. Difatti solo in esse subentra il bisogno di reclamare politiche collaborative protese a sviluppare «l'arte, la destrezza e l'intelligenza con cui vi si esercita il lavoro» (A.Smith): non casualmente, dalle «organizzazioni di una collettività» discendono la capacità di generare la «ricchezza» delle medesime «Città», la cui aggregazione va oltre le Nazioni ed i Continenti, fino a comporre l’insieme globale (La_Terra_è_Una).  

11. Pertanto resta imprescindibile il «Conseguimento di un risultato superiore ai mezzi impiegati», ed il tal senso vanno recuperati i presupposti formativi ed occupazionali. In particolare, il ruolo premiale ed identitario del «lavoro produttivo», sarà affrancato dalle asimmetrie di mercato, mentre nel contempo verrà confutato il tanto temibile quanto diffuso «inganno»: quello che tende a manifestarsi generando imbrogli e raggiri, fonte di diversità e disuguaglianze mostrate in tutti i processi di lavorazione, dal contesto preindustriale ed industriale, al postindustriale. Soprattutto la centralità della «produttività identitaria» ricavata dell’equazione dare-avere-lavoro di micro-macro Comunità, sarà espressa dalla «capacitazione», dalle libertà espressive e dalle virtù, competenze e buone pratiche replicate nell’interesse collettivo, fino a garantirsi le «attese» di un condiviso vivere-benessere.  

12. noiPersone, in conclusione, esortiamo i Sindaci a riferirsi al pensiero  borghiCondominium  dovendo riconsiderare la propria mission, affinché sia espressione di una professionalità collegiale, anziché di volontà maggioritarie ed oligarchiche. Ad essi la consapevolezza di dover «dimensionare le complessità»  e quindi svolgere il compito di attrezzare le città e le stesse catene di produzione ed approvvigionamento, fino a ridisegnarle come fossero auto_a_giuda_autonoma della Cittadinanza. Nelle future smart city  si potrà intervenire in continuità e piena autodeterminazione, poiché il successo di una «Comunità» è progettato ricorrendo a quelle «aggregazioni di funzioni» che nei secoli hanno rigenerato società collassate rimodulando i «comportamenti» individuali e collettivi.

13.Perciò serve sostenere la propensione alla collaborazione professionale ed il «protagonismo della Cittadinanza», affinché le Comunità  possano affrancarsi dalle gattopardesche “burocrazie oligarchiche”. Esse dovranno “coltivare” medesime attitudini ed essere pronte ad affrontare le nuove sfide, “decretate” non solo dalla separazione imposta dal contagio di Covid-19: da molto prima il principio di precauzione rendeva urgente riprogettare il «corpo sociale» su base sostenibile e tollerabile per il Pianeta Terra .  

14.Dunque, per le piattaforme-del-vivere si impone come imprescindibile un ampio DIBATTITO sul cambio di paradigma:  serve condividere comportamenti individuali e collettivi affinché si possa rimediare ad una fallimentare economia discrezionale su base probabilistica; occorre cogliere ogni occasione di progresso da conquistare nell’immediato, puntando ad una economia predittiva su base deterministica. In tal senso necessita riproporre la «cultura del noi», dovendo «equipaggiare le città» avvalendosi di una «partecipazione consapevole», ampiamente protesa a far “convergere” sui «funzionamenti» di Comunità la complessa articolazione delle «circolarità produttive»: solamente grazie alle libertà, alla democrazia ed alla «produttività identitaria» sarà possibile conseguire quella «concordia armoniosa degli abitanti» (S. Agostino) “pensata” per «Città al servizio della pace». (FMCU, Roma 28 ottobre 1988)

pensiero borghiCondominium

Italia, 1 maggio 2020
(borghi.condominium@gmail.com)

ALTRE PETIZIONI di borghiCondominium :

“PATTI DI COMUNITÀ”: LA NOSTRA «LINEA DEL PIAVE»!  (22 marzo 2020)
https://secure.avaaz.org/it/community_petitions/presidente_della_repubblica_italiana_sergio_mattar_patti_di_comunita_la_nostra_/details/

CRISI DA CORONAVIRUS: TANTA INCERTEZZA PUÒ MUTARE IN OCCASIONI DI PROGRESSO?   (11 marzo 2020)
https://secure.avaaz.org/it/community_petitions/comunita_di_persone_crisi_da_coronavirus_tanta_incertezza_puo_mutare_in_occasioni_di_progresso/?tbmYBpb

   



Pubblicata (Aggiornata )