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Vittoria
Questa petizione è chiusa
Ringraziando tutti i firmatari

Ringraziando tutti i firmatari

Vittoria
Questa petizione è chiusa
50 Sostenitori

Caterina D.
ha lanciato questa petizione diretta a:
Amministrazioni comunali e regionali
Tante persone stanno mobilitandosi e ci sono diverse petizioni che stanno girando. E' giunto il momento di unire le forze! Il 30 aprile ci sarà un flesh mob indetto da cinnica di Bologna e invitiamo tutti ad aderire collegandosi alla pagina facebook di cinnica e leggendo come fare. Un'altra petizione è partita da Ravenna su change dal titolo salviamo la scuola, firmiamo anche quella ed uniamo le forze. Questa sera ancora una volta Conte non ha nominato bambini e ragazzi, è assolutamente inaccettabile!

Siamo genitori e cittadine/i.
Scriviamo a questa amministrazione regionale e comunale perché vorremmo portare al centro dell’attenzione pubblica il tema dei ragazzi, delle bambine, dei bambini: è una conquista pensare che i figli sono del mondo e che si possa ragionare come comunità educante sulla vita che verrà. Pensare ai diritti dell’adolescenza e dell’infanzia significa infatti cambiare paradigma di riferimento e rimettere la vita al centro. Oggi più che mai risulta evidente che non è con le armi, con la guerra, con la produzione ed il consumo smodato di oggetti che possiamo immaginare il futuro, ma con la scienza, la cultura e le capacità di cura. E’ stato più volte detto e scritto in questi giorni che il motore di questo paese deve ripartire. Noi non vogliamo pensare alla società come ad una macchina, ma essa è per noi un organismo vivente al cui centro stanno i giovani e la loro educazione: questo è il cuore da cui prende avvio ogni altra attività. Chiediamo pertanto di aprire un tavolo di discussione aperto alla cittadinanza sui temi che elenchiamo sinteticamente a seguire poiché è giunto il tempo di riflettere insieme:

1. È necessario che le autorità riconoscano ai genitori il permesso di uscire vicino a casa con i figli senza che si possa incorrere in sanzioni o nella riprovazione sociale. Troviamo deprecabile che la possibilità di uscire risulti intrinsecamente legata al dovere d’acquisto. Le aree verdi della città devono essere riaperte come è stato fatto in altre grandi città europee (Londra, Danimarca, Francia) prevedendo sistemi di controllo degli ingressi ed il rispetto delle regole di distanziamento sociale da parte della popolazione. Vanno altresì incoraggiate forme di auto-organizzazione utili all’utilizzo condiviso dei cortili, coinvolgendo a tal fine gli amministratori di condominio. La vita sedentaria e l’eccessiva esposizione agli schermi è sempre stata considerata foriera di problematiche di ampio spettro, oggi come allora questo fatto non è cambiato. Serve procedere verso processi di responsabilizzazione dei genitori costruendo insieme un sentimento di cittadinanza attiva, cooperativa e consapevole. Si potrebbe altresì pensare a fasce orarie per le uscite destinate a categorie diverse della popolazione;

2. Le istituzioni devono giungere a definire con chiarezza condizioni, termini e modalità di riapertura delle scuole, che non vengono dopo, ma prima dell’industria. Si tratta al contempo di una questione logistica (dove collocare i ragazzi mentre i genitori sono al lavoro?) ed etica: dai giovani serve ripartire poiché il futuro che stiamo costruendo nel presente sarà il loro;

3. Le istituzioni devono pensare a come riavviare la scuola studiando fin da ora piani diversificati a cui poter ricorrere a seconda dei molteplici possibili sviluppi dell’emergenza sanitaria. Pensiamo che la didattica a distanza sia stato un valido strumento nella gestione dell’emergenza, ma non può in alcun modo configurarsi come un sostituto della didattica di relazione sul lungo periodo: questo vale per tutti gli ordini e gradi di istruzione (comprendendo evidentemente anche i nidi e le scuole dell’infanzia la cui frequentazione è un diritto di tutti i bambini). Non tutti i genitori hanno le dotazioni informatiche, le competenze, il tempo per seguire i figli nello studio a casa; i docenti costituiscono inoltre un punto di riferimento alternativo alle figure genitoriali per i ragazzi, uno specchio diverso del sé, un trampolino verso l’autonomia. Ciò è importante più che mai per tutti i giovani che convivono con diverse forme di disabilità, che hanno genitori in difficoltà, che vivono in condizioni di emarginazione socio-economica. La scuola pubblica a tutte queste persone insegna ad essere oltre che ad apprendere e va dunque intesa quale risorsa imprescindibile per l’intera comunità. Per queste ragioni riteniamo che valide soluzioni vadano ricercate fin da ora, per es.:
  • Tutte le strutture scolastiche devono censire gli spazi a disposizione al fine di pensare un rientro a scuola con classi divise per piccoli gruppi. I/Le dirigenti vanno coinvolti/e a tal fine;
  • Potenziamento della didattica outdoor: ripensare gli spazi e le aree verdi della città, attrezzarli, utilizzare i portici e le piazze per incontri tra studenti ed insegnanti, scoprire e sperimentare in questo senso le grandi opportunità didattiche che offre il far scuola all’aperto;
  • Mappare gli spazi cittadini che possono essere messi a disposizione per lezioni in presenza prevedendo misure di distanza sociale: aule parrocchiali, centri sociali, circoli arci ecc.

4. Chiediamo infine che ogni soluzione intrapresa dalle pubbliche autorità tenga conto delle improrogabili priorità che la crisi climatica ci impone. Un passo indietro rispetto alle politiche ambientali sarebbe da ritenersi esiziale per l’intera collettività. Come riportato da svariati autorevoli documenti in questi giorni (Università di Bologna, Harvard e Sistema Nazionale per l’ambiente) esiste un possibile collegamento tra la diffusione del COVID-19 e l’inquinamento atmosferico nella pianura padana, riconosciuta come una delle aree più inquinate d’Europa. La predisposizione alle malattie polmonari e tumorali in età adulta così come nell’infanzia è evidentemente legata alla qualità dell’aria. Per questa ragione chiediamo che le politiche sull’allevamento e l’agricoltura intensivi, sui mezzi di trasporto privati e sulla produzione della plastica (la nostra Regione “vanta” la maggiore concentrazione globale di aziende nel settore) siano finalmente coerenti con la tutela del bene più prezioso che siamo chiamati a difendere: la salute e dunque la vita.

La presente petizione vuole essere l’inizio di una piattaforma di riflessione a cui noi cittadini/e firmatari/e vogliamo partecipare con parole, idee ed azioni: desideriamo essere coinvolte/i. In questo momento abbiamo un’opportunità, questioni apparentemente lontane s’intrecciano come in un nodo, la normalità non era prima e non è adesso: proviamo insieme ad intraprendere nuovi sentieri.

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