Fermiamo il nuovo outlet nel cuore del parco agricolo sud Milano
Locate di Triulzi, comune di circa 9000 abitanti, nella provincia sud di Milano, è un paese avvolto da un’area agricola che gli garantisce la dimensione di paese a misura d’uomo. Buona parte di questi terreni fanno parte del parco agricolo sud Milano, un bene pubblico soggetto a vincoli di tutela ambientale. Oggi però 133000 metri quadri d’aree agricole comprese in questo parco rischiano di essere distrutte da un nuovo scellerato progetto: il cosiddetto Scalo Milano Outlet.
Niente di più che un outlet village, come ce ne sono tanti esempi in giro per l’Italia: da Serravalle Scrivia (AL) a Fidenza (PR), da Palmanova (UD) a Vicolungo (NO). Tutti gli esempi citati però hanno un punto in comune, quello di sorgere a ridosso di uno svincolo autostradale. Proprio per far fronte all’enorme volume di traffico che una struttura del genere inevitabilmente richiama. L’area su cui dovrebbe sorgere il nuovo outlet di Locate si trova, invece, a circa 10 km dallo svincolo autostradale più vicino (quello della A1 di Melegnano) e per arrivarci non c’è altra via che la statale 412 della Valtidone, una strada già interessata ogni giorno da problemi di traffico. Impraticabili anche le alternative, trattandosi di piccole strade provinciali, che attraversano centri abitati e non possono quindi essere ampliate. Tutto questo rischia di congestionare il traffico, con ripercussioni su tutto l’hinterland Milano sud. Ma il sindaco di Locate minimizza, dice che il traffico si concentrerebbe solo nei fine-settimana e che molta gente potrebbe recarsi all’outlet coi mezzi pubblici. Peccato che il progetto preveda parcheggi per un totale di 3000 posti-auto.
Un tasto su cui insiste molto il sindaco di Locate, e tutti i politici che hanno interesse a veder l’outet realizzarsi, è il tema occupazionale. Dopo un balletto di cifre durato anni, ora si parla di 500 nuovi posti di lavoro. Si cerca dunque di dipingere l’outlet come soluzione alla crisi, facendo leva sul momento delicato che tante famiglie stanno attraversando. L’attualità però ci insegna che stiamo andando proprio nella direzione opposta. Il potere di acquisto degli italiani è in costante calo, i consumi sono in caduta libera, sempre più nuclei familiari finiscono oltre la soglia della povertà e si vuole far credere che un outlet possa risolvere la crisi? Soprattutto in una zona, come la provincia milanese, dove ci sono iper-mercati, centri commerciali e piccoli-medi outlet ogni pochi chilometri? Non è un caso che la stessa Confcommercio Milano abbia manifestato la sua contrarietà al progetto, dicendo: “Questa realtà avrà un impatto negativo molto forte anche sull’economia locale: molti negozianti e commercianti di quartiere entreranno in difficoltà. Quando faremo conto dei danni rispetto ai benefici, ci accorgeremo che non ne sarà valsa la pena”.
Non si contano, infatti, i commercianti locali costretti a chiudere i battenti negli ultimi tempi. In molti casi addirittura a pochi mesi dall’inaugurazione. Problema che evidentemente altri politici e amministratori locali si pongono. A partire dai sindaci dei due comuni vicini, Opera e Pieve Emanuele, che entrambi hanno pubblicamente espresso la loro contrarietà al progetto. Il fatto poi che i due sindaci appartengano a schieramenti politici diversi (uno al centro-destra, l’altro al centro-sinistra) dimostra che non si tratta di una questione ideologica, ma di buon senso. Nonostante però si siano fatte tante proposte per sfruttare diversamente l’area, l’amministrazione comunale locatese non vuole saperne di mollare questa “gallina dalle uova d’oro”. Troppi interessi in ballo. Si parla di oneri di urbanizzazione che farebbero gola alle casse di ogni comune. E come sempre, in tutto questo, a finire in fondo alla “lista delle priorità” sono la tutela dell’ambiente e del territorio e la valorizzazione del bene comune. A guadagnarci – e tanto – sono pochi. A perderci sono, come sempre, i cittadini: illusi da facili promesse per accettare un compromesso che significa sacrificare la qualità della vita in cambio di un benessere che non arriverà. Non per questa strada almeno. Ma quando magari ci si renderà conto di questo, sarà troppo tardi per porre rimedio.
Il progetto ha già ricevuto degli stop in passato, sia a livello provinciale che regionale, e nella valutazione di impatto ambientale presso la Provincia di Milano è passato per il rotto della cuffia, con 5 voti favorevoli e 4 contrari. Ora però sembra sul punto di decollare. Promos lo presenterà in una conferenza stampa ad inviti mercoledì 17 aprile. Per questo è importante agire adesso. Facciamo sentire che non ne possiamo più di una logica che vuole sempre gli interessi economici in cima alle priorità. Uniamoci in un appello collettivo per dire al sindaco di Locate, al presidente Podestà e al governatore Maroni che siamo stufi di essere circondati da colate di cemento. E per chiedere delle politiche che tutelino e valorizzino l’ambiente in cui viviamo, anche attraverso il rilancio delle attività commerciali locali. Se saremo in tanti a farci sentire, le nostre voci diventeranno un coro impossibile da ignorare.