MInistro dello Sviluppo Economico, Ministro dell'Ambiente: Bloccare il mega-gasdotto SNAM e la devastazione del Basso Cilento
Il Basso Cilento potrebbe essere attraversato dal gasdotto del progetto “Iniziativa Sealine Tirrenica” della SNAM Rete GAS S.p.A. per contribuire al potenziamento dell’approvvigionamento nazionale di gas naturale.
Secondo
il progetto SNAM, due condotte sottomarine provenienti dalla Sicilia
approderanno alla foce del fiume Bussento, a Policastro Bussentino. Da qui le
condotte, dove il gas è compresso ad una pressione
di 215 bar,risaliranno il fiume Bussento per circa tre chilometri
attraversandone tre volte l’alveo (forse due volte in microtunnel e una a cielo
aperto) per raggiungere una centrale di
decompressione (terminale di Policastro B.) da realizzarsi a poche centinaia di metri dal corso
d’acqua e da insediamenti abitativi.
Dalla centrale partirà un secondo tracciato, in condotta unica e con una pressione di ‘trasporto’ dimezzata, che raggiungerà la centrale di Montesano sulla Marcellana, ricongiungendosi infine ai gasdotti della rete nazionale lungo la dorsale appenninica, nel Vallo di Diano. Questo secondo tracciato, originariamente previsto nel territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, attraversa i comuni di Santa Marina, Tortorella, Vibonati, Casaletto Spartano, e Casalbuono in area contigua del Parco, per ‘bucare’ con un nuovo microtunnel (lunghezza prevista 1200 m!) la dorsale di Monte Cocuzzo e raggiungere infine Montesano sulla Marcellana. Il tracciato attraversa o costeggia per lungo tratto (è il caso del T. Gerdanaso) 6 corsi d’acqua, e attraversa tre Siti di Importanza Comunitaria (SIC “Basso corso del Fiume Bussento”, interferito due volte lungo il Bussento ed il Torrente Iunda; il SIC “Montagne di Casalbuono” attraversato per circa 12 Km; il SIC “Lago Cessuta e dintorni” interferito per 1,3 Km). L’approdo alla foce sembrerebbe inoltre ricadere nella Zona di Protezione Speciale ZPS “Costa tra Marina degli Infreschi e Policastro B”.
Il
tracciato descritto è l’ultima variante presentata dalla SNAM. Questa variante
riduce al minimo l’interferenza del gasdotto con i limiti amministrativi del
Parco del Cilento. Questo è sufficiente a rendere sostenibile e ambientalmente
compatibile un’opera di tale portata? Noi crediamo di no!
Il
gasdotto SNAM andrebbe ad interferire con un territorio che, a parte i limiti
amministrativi del Parco Nazionale,
rappresenta un contesto di rilevanza nazionale per la conservazione della biodiversità, di pregio naturalistico e
paesaggistico riconosciuto a livello mondiale. Sebbene in area contigua del
parco, è parte di un territorio più ampio riconosciuto patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO e designato Riserva di
Biosfera dalla stessa UNESCO; è un territorio che con i suoi SIC e le ZPS
contribuisce alla rete ecologica europea Natura
2000, creata dall’Europa al fine di mantenere o favorire o ripristinare uno
stato di conservazione favorevole per gli habitat e le specie di fauna e flora
di interesse comunitario (rispetto ai siti Natura 2000 gli Stati europei hanno
l’obbligo di tutelarne e favorire la conservazione delle specie e degli habitat
che vi si trovano); rappresenta un’importante
porzione dell’area centrale (core area) di distribuzione di uno dei mammiferi
carnivori a maggior rischio di estinzione in Italia, la lontra (Lutra lutra),
e come tale priorità per la conservazione della specie a scala nazionale.
In questo senso il tracciato esterno al Parco
lascia invariati gli effetti per le componenti naturali e l’impatto
paesaggistico che semmai possono risultare addirittura aggravati rispetto al
progetto originario.
Il
nuovo tracciato è solo esterno al parco, non attraversa aree meno sensibili!
Si
stima che l’opera comporterà la rimozione di 28603 alberi, lungo i 18 Km ca di aree boscate interferite!!!Diversi
corsi d’acqua (tra cui Bussento, Iunda, Gerdanaso, Sorgitore, Calore-Tanagro)
saranno attraversati o alterati longitudinalmente e nella fascia riparia dal
gasdotto, soprattutto la foce e i primi 3 Km del fiume Bussento, ricadenti
interamente in area SIC. Questi
corsi d’acqua rappresentano sistemi fluviali di elevata integrità
ecologico-funzionale: essi costituiscono habitat fondamentali per molte specie
tra cui alcune, ad esempio il gambero di fiume autoctono (Austropotamobius
pallipes) ormai presente in Cilento solo lungo il T. Rio Casaletto-Sorgitore ed
il Bussento.
In
tutti questi corsi d’acqua è presente stabilmente la lontra, ma la SNAM lo
ignora! Queste specie, a cui andrebbero aggiunte altre specie indicatrici,
e gli ambienti fluviali che le ospitano, costituiscono elementi portanti di
quella riconoscibilità e qualità naturalistico-paesaggistica che rappresentano
la principale ricchezza (anche in senso economico) cilentana.
Una dorsale come quella di Monte Cocuzzo,
importante anche per l’approvvigionamento idrico delle popolazioni locali, sarà
addirittura trivellata.
La centrale di decompressione di Policastro
preoccupa le popolazioni locali e gli operatori turistici, per l’impatto visivo
e paesaggistico, le emissioni (anche odorose), e l’effetto psicologico di un
territorio di pregio naturalistico, violato da infrastrutture industriali.
L’opera
non porterà alcun vantaggio immediato per il territorio e per i cilentani. Il
gasdotto comporterà l’espropriazione di aree agricole e l’istituzione di fasce
di servitù, non servirà per la metanizzazione del Cilento e non darà lavoro
(l’opera richiede soprattutto manodopera specializzata).
Al
contrario, l’opera, avendo un impatto diretto, percettibile e persistente,
almeno nel medio periodo, sugli elementi naturali e paesaggistici
caratterizzanti e qualificanti l’area, andrà a minare le scelte di
sostenibilità già intraprese dal territorio e il faticoso investimento nelle
ricchezze naturali e nella vocazione turistica, operato negli anni dalle
comunità locali.
La scelta del tracciato da parte di SNAM non è
evidentemente la migliore possibile. Sembra proprio che ci sia stato un
particolare impegno a scegliere un territorio tanto pregiato, tutelato e
vincolato.
Oltre ai rischi intrinsechi connessi con gli
impatti dell’opera, consentendo un progetto del genere in un territorio tanto
tutelato e di tale pregio si rischia di creare un pericoloso precedente per il
Cilento e per territori con condizioni simili. Per il Cilento potrebbe voler
dire nel futuro rendere più frequente e semplice l’approvazione di altre opere
infrastrutturali ed industriali, che caduti i tabù della tutela e dei vincoli,
potrebbero fiorire in un territorio purtroppo affamato di lavoro. Ma nessuna
attività industriale, nessun lavoro ripagherà la perdita irreversibile di
quelle ricchezze che fanno del Cilento un territorio unico e patrimonio
mondiale, e che rappresentano l’unica eredità, anche economica, per il sostegno
delle generazioni future nell’area.