Aggiorna le tue impostazioni dei cookie per utilizzare questa funzione.
Clicca "Consenti tutti" o attiva solo i "Cookie per pubblicità mirata"
Continuando, dichiari di accettare l' Informativa sulla Privacy di Avaaz, che spiega come possono essere usati e come sono protetti i tuoi dati.
Ho capito

Basta ricatti sessuali su donne e ragazze per l'acqua!

Al governo del Kenya e ai leader mondiali:

Siamo inorriditi dal fatto che costringere donne e ragazze a pagare l’acqua con il sesso sia legale in molte parti del mondo. Vi chiediamo di vietare questa pratica orribile immediatamente! L'accesso sicuro a beni di prima necessità come cibo e acqua è un diritto di tutte e tutti.

Inserisci il tuo indirizzo e-mail:
Continuando, dichiari di acconsentire a ricevere le mail di Avaaz. La nostra Informativa sulla Privacy protegge i tuoi dati e ti spiega come possono essere usati. Puoi disiscriverti in qualsiasi momento.

Recenti firmatari

Basta ricatti sessuali su donne e ragazze per l'acqua!

Immagina di avere così disperatamente bisogno d'acqua, che faresti qualsiasi cosa per averla. Qualsiasi cosa.

Le stime parlano di decine di migliaia di donne e ragazze in tutto il mondo, forse molte di più, costrette in questa situazione ogni giorno.

In Kenya, i rivenditori d’acqua corrotti se ne approfittano nel peggiore dei modi, costringendole a fare sesso per ottenerne pochi litri.

Bambine abusate, donne distrutte. Ma non hanno scelta.

Ancor più aberrante è che non esistono leggi contro questo ignobile sfruttamento, è del tutto legale!

Ma possiamo fare qualcosa. Organizzazioni per i diritti delle donne keniane riferiscono che il governo sta vagliando una legge per rendere illegali questi abusi. Una forte pressione da tutto il mondo ora potrebbe fare la differenza.

Hanno chiesto aiuto alla comunità di Avaaz: allora, diamo voce ad alcune delle persone più povere e vulnerabili della Terra e opponiamoci agli abusi sessuali in cambio di acqua. Non appena avremo raccolto sufficienti firme, porteremo il nostro appello al governo del Kenya.

Foto: Mariella Furrer
Pubblicato il:

Spargi la voce